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Kanoutè, con la doppietta all'Atletico sono 18 le reti in Liga
per l'attaccante del Siviglia
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È una Liga incredibilmente appassionante quella a cui stiamo assistendo quest’anno. Da nessuna parte in Europa si può trovare un campionato così equilibrato e incerto. La 23^ giornata è propizia per il Sevilla, che riconquista il primato, anche se condiviso con il Barcelona. Dietro il duo di testa ci sono Real Madrid e Valencia, a soli 4 punti dalla vetta. Proprio il Valencia ha scongiurato una possibile fuga del Barça con la vittoria nello scontro diretto di domenica sera. Un successo importantissimo per Sànchez Flores e i suoi, perché adesso lo svantaggio nei confronti dei blaugrana si è praticamente dimezzato. È dunque lecito parlare del Valencia come altra pretendente al titolo. Il Barça continua a non incantare, specialmente in trasferta, dove non vince da 3 mesi. Primo tempo onestamente poco spettacolare: il Barça fa tantissimo possesso palla, ma il gioco ristagna a metà campo. Poveri di idee, i blaugrana faticano anche a tirare nello specchio della porta avversaria. Ronaldinho continua a sembrare un altro: appena tenta qualche giocata delle sue, viene prontamente fermato. Quasi mai nel vivo dell’azione Iniesta, mentre Gudjohnsen, preferito a Saviola, fa rimpiangere non solo Eto’o, ma anche l’argentino stesso. Nel Valencia sottotono Morientes, Villa è molto volenteroso ma non riesce ad incidere più di tanto sul match. Del primo tempo da segnalare solamente un occasione per parte: al 6’ Villa entra in area di rigore ma il suo tiro viene respinto da Valdès, e alla mezzora Gudjohsen colpisce da buona posizione ma dà solo l’illusione del gol. Nella ripresa il Valencia sfodera la sua arma migliore: il contropiede in velocità. Il Barça rimane a guardare, un Barça quasi apatico, che non ha mai dato l’impressione di risvegliarsi. Il Valencia esce caricato a mille dagli spogliatoi e chiude la gara in tre minuti, approfittando della difesa avversaria in bambola. Al 51’ Villa mette un ottimo pallone in mezzo depositato in rete da Angulo. Al 54’ Valdès viene battuto per la seconda volta, questa volta da Silva perfettamente assistito da Angulo. È un uno - due micidiale, che lascia i blaugrana di stucco. Il Valencia potrebbe siglare addirittura il 3-0, ma un Morientes in giornata no perdona Valdès concludendo da pochi passi sul fondo. Al 60’ gli animi si accendono e Iturralde Gonzàlez ricorre al cartellino rosso: fuori Albelda e Deco. In 10 contro 10, il Barça non fa altro che peggiorare, e l’ingresso in campo di Messi e Giuly cambia poco. Solamente al 91’ Ronaldinho riesce battere il portiere avversario Butelle, con una punizione rasoterra molto angolata. Ma è troppo tardi: il Valencia si impone per 2-1, dimostrando di essere una seria candidata al titolo. I catalani invece continuano a deludere e non mostrano assolutamente segni di ripresa. In netta crescita invece il Sevilla che, dopo la bella vittoria in Coppa Uefa, regola 3-1 l’Atlètico Madrid e torna al comando della classifica. La formazione di Juande Ramos torna al successo in casa: non accadeva da fine dicembre. È una vittoria fondamentale perché, oltre a regalare il primato, consente di tenere lontano l’Atlètico, che resta quinto in classifica, con sette punti di ritardo. Successo meritatissimo del Sevilla, che torna ad essere la squadra che aveva fatto veri e propri miracoli nel 2006. In 20 minuti gli andalusi ipotecano il match: Kanoutè apre le danze al 14’, sette minuti dopo è la volta di Alves. Nonostante l’espulsione di Martì al 35’, il Sevilla continua a gestire senza problemi la partita e la mette in cassaforte al 73’, con il diciottesimo centro stagionale di Kanoutè. A 10 minuti dal termine il gol di Pablo rende meno amara la sconfitta dei colchoneros, che perdono però la grande occasione di avvicinarsi alla vetta. Occasione sciupata anche dai cugini madridisti, che in casa contro il Betis non vanno oltre lo 0-0. Molto male la formazione di Capello, che continua a faticare tantissimo e a segnare con il contagocce. Contro il Betis, il Real ha rischiato addirittura di perdere: un punto è meglio di niente, anche perché evita il sorpasso da parte del Valencia. Le merengues restano terze, a -4 dal primo posto. Prima occasione del match per Van Nisterlooy, che viene però fermato molto bene dal portiere andaluso Doblas. Raramente la formazione di Capello costruirà importanti occasioni da gol; basti pensare che l’uomo più pericoloso del Real in attacco è stato il difensore Sergio Ramos. Il Betis si rende pericolosissimo al 39’, ma Casillas compie un vero e proprio miracolo chiudendo su Pancrate. Ma le migliori occasioni del Betis saranno nella ripresa. Prima, però, colossale occasione per le merengues che colpiscono la traversa con Van Nisterlooy. Il Betis torna alla carica prima colpendo il palo con Nano, poi impegnando seriamente Casillas con una gran conclusione di Rivera. Ma la più grande occasione del match capita al 75’ ancora sui piedi di Pancrate, che a tu per tu con Casillas manda di poco a lato il pallone, la cui traiettoria era stata appena deviata da una zolla davanti la porta difesa da Casillas. Il match termina con l’espulsione di Beckham, che entra in tackle con foga eccessiva su Isidoro. Il finale lo conosciamo già: panolada dei tifosi madridisti a seguito dell’ennesima delusione. Salgono in classifica Zaragoza e Recreativo, che vincono per 1-0. gli aragonensi superano il Villarreal con la rete decisiva di Diego Milito e sono sesti in classifica; il Recreativo ha due punti in meno, dopo il successo sulla Real Sociedad. Per i baschi e per il Nàstic, travolto 4-1 dal Racing Santander, la situazione è durissima. Rispettivamente 11 e 12 i punti di svantaggio dalla zona salvezza. Vittorie fondamentali per Athletic e Celta: i baschi battono 2-0 il Getafe, i galiziani vincono in trasferta contro l’Osasuna per 1-0. Infine, convincente vittoria dell’Espanyol per 3-1 sul Mallorca e pareggio a reti bianche tra Deportivo e Levante.
Dal nostro corrispondente
Francesco Giordano
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